RIASSUNTO Nella pagina vengono illustrati i meccanismi, le “luci e ombre” della metodica al fine di conoscerne gli aspetti scientifici e non diffondere false illusioni sull’avvento di una novità “rivoluzionaria”. LA STRUMENTAZIONE

FIBRA OTTICA introdotta  nella VENA SAFENA

FIBRA OTTICA introdotta nella VENA SAFENA

Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad una continua ricerca, per ora basata soltanto sulla valutazione dei risultati clinici a medio termine (1-5 anni), per ottimizzare il meccanismo di azione della irradiazione del Laser all’interno delle vene malate, che in qualche modo devono essere eliminate. L’obbiettivo è quello di raggiungere lo scopo realizzando una cicatrizzazione immediata delle vene malate usando lunghezze d’onda sempre maggiori ed evitando qualunque gesto chirurgico. Un processo che non esiste in natura e che finora non è mai stato dimostrato, tranne che in alcune varici periferiche di piccolo calibro usando la lunghezza d’onda “base” di 808 nm. Non si esclude che attraverso ulteriore ricerca l’obbiettivo possa essere raggiunto in futuro. I MECCANISMI Trasformazione della vena dopo circa 6 mesi Trasformazione della vena dopo circa 6 mesi Nella maggior parte dei casi il processo si realizza ma….fino a prova contraria, l’azione termica del laser agisce mediante la formazione di un trombo (ved. “flebiti e trombosi”) che successivamente si trasforma lentamente in cicatrice (12 mesi circa) e si atrofizza insieme alla vena trattata. Sono stati comunicati risultati ottimi o “soddisfacenti” se confrontati a distanza con quelli ottenuti con la chirurgia. Questi ultimi appaiono oggi molto controversi, ma lo studio e la revisione delle varie casistiche è tuttora in corso presso numerosi centri di ricerca. (Visitare i capitoli e gli aggiornamenti sulle “Varici recidive”). ….LA STORIA…insegna che per far prevalere le nuove “civiltà” è indispensabile cancellare quelle precedenti . ….LA MODERNA «RICERCA»…tende a cancellare gli ottimi risultati di una buona chirurgia e a far prevalere tecniche e tecnologie non chirurgiche. Il trombo (ved. “flebiti e trombosi”) infatti evolve naturalmente verso due direzioni:

Aggiornamenti 1000

Trasformazione della vena dopo circa 12 mesi

1° la cicatrice e l’atrofia (circa 80%) 2° la ricanalizzazione :all’interno si formano nuovi vasi e si riapre…spesso in peggiori condizioni. (circa 20%) Aggiornamenti 100 Microfotografie di 2 vene Grandi Safene in via di ricanalizzazione dopo trombosi.

Quando la vena malata è completamente riaperta la circolazione si inverte nuovamente e si ricreano le condizioni di insufficienza venosa LA RECIDIVA DOPO LASER ENDOVENOSO Anche le moderne tecniche endovascolari (laser endovenoso, radiofrequenze e scleroterapia) espongono al rischio di recidive. Esse agiscono tutte (almeno fino a quanto ne sappiamo oggi) ostruendo le vene con un trombo (visitare i capitoli sulle flebiti e trombosi) che, nel tempo si trasforma in una cicatrice nella maggior parte dei casi. In alcuni di essi invece il trombo si riapre (ricanalizza) e nella vena (ancora più malata di prima) si ripresenta una circolazione invertita (reflusso) che è causa di nuove varici e nuova malattia. Aggiornamenti 6Una paziente in sovrappeso (che ha un ruolo chiave nella severità della malattia…) con varici recidive da ricanalizzazione del trombo dopo 6 mesi dalla scleroterapia della V. Grande Safena, ben visibile nell’ecografia, associata a chirurgia periferica delle varici collaterali. (….la fantasia degli “operatori” non finisce mai…) La vena appare aperta e dilatata (varicosa) con pareti più spesse e rigide del normale. L’insufficienza venosa cronica non è mai migliorata, anzi si è aggravata. Una corretta ed accurata revisione chirurgica ha migliorato sensibilmente il caso, con scomparsa dei sintomi, riduzione delle macchie e del gonfiore. COMPLICAZIONI MINORI DOPO LASER ENDOSAFENICO Da recenti ricerche multicentriche (Van Den Bos RR et Al. Dermatol Surg 2009;35: 1206-14) è emerso un certo numero di complicazioni minori…(non drammatiche, ma delle quali è opportuno tenere conto, prima di effettuare delle scelte terapeutiche). Ecchimosi e dolore 100% (che ci sembra un po’ esagerato)

  • Ustioni cutanee < 1%
  • Alterata sensibilità della pelle 0-22%
  • Flebite superficiale 0-25% (allo 0% si crede difficilmente…. Il 25% è un po’ troppo…)
  • Trombosi d. vene profonde 0-7% (che non è poco, vista la pericolosità) (visitare i capitoli sulle flebiti e trombosi)
  • Danni di nervi periferici < 1%
  • Ematomi < 1%
Aggiornamenti 7

Ustioni di 3° grado da laser endovenoso dopo 30 giorni

Prima dell’avvento dei laser endovenosi alcune di queste complicanze (ustioni, flebite superficiale) non esistevano. Le altre si manifestano in percentuali nettamente inferiori, a condizione che sia eseguita una chirurgia corretta.  

  COMPLICAZIONI MAGGIORI DOPO LASER ENDOSAFENICO Aggiornamenti 8Sono state effettuate numerose osservazioni in importanti centri di ricerca e professionali, in tutto il mondo, (Wright D. Acta Phlebol 2010;11:59-64) che confermano senza possibilità equivoci che il meccanismo di azione è basato sulla formazione di un trombo indipendentemente dal tipo di laser utilizzato; che tende a propagarsi verso le vene profonde ed in un numero (fortunatamente) esiguo di casi può rilasciare frammenti (emboli) che possono raggiungere il polmone. (visitare i capitoli sulle flebiti e trombosi) La procedura deve perciò essere eseguita con indicazioni rigorose e sotto il controllo diretto, in tempo reale, mediante ecografia.
Sono stati descritti casi eccezionali: Aggiornamenti 101 – la migrazione di un grosso embolo, attraverso una malformazione del cuore non precedentemente riconosciuta (forame ovale pervio), fino ad una importante arteria, la cui occlusione ha causato una ischemia cerebrale ed emiparesi (paralisi parziale di una metà del corpo) irreversibile.
Aggiornamenti 9 2 – la migrazione nel cuore destro di un frammento di catetere (un piccolo tubicino che viene introdotto nelle vene per guidare la fibra ottica del laser) di alcuni cm. Il corpo estraneo è stato asportato con successo mediante un intervento di chirurgia toracica diretta.
DOVE IL LASER ENDOVENOSO RAPPRESENTA LA SCELTA MIGLIORE Il trattamento chirurgico delle piccole e medie varici (di diametro compreso fra i 2 ed i 4 mm) è lungo e talvolta difficile. Può lasciare cicatrici permanenti. In uno studio recente su 482 casi è stato confermato che il Laser endovenoso da 808 nm. permette di trattare simultaneamente tutte le varici piccole e medie, in tempi brevi e senza lasciare cicatrici. (CORCOS L, et Al. Endovenous 808 nm diode laser occlusion of perforating veins and varicose collaterals. a prospective study of 482 limbs. Dermatol Surg. 2011; 37:10 oct.:1487-98.) La scleroterapia (iniezioni sclerosanti) rappresenta una valida alternativa se eseguita con dosaggi e concentrazioni adeguate.

Una varice periferica della gamba viene sottoposta al trattamento con Laser endovenoso. Non rimarrà altro che la puntura diretta della cute. L’eco-color-Doppler intraoperatorio dimostra sua occlusione immediata. (la freccia indica l’immagine “a bersaglio” della piccola vena che dimostra i segni della vaporizzazione interna del sangue) Il trattamento chirurgico delle piccole e medie varici (di diametro compreso fra i 2 ed i 4 mm) è lungo e talvolta difficile. Può lasciare cicatrici permanenti. In uno studio recente su 482 casi è stato confermato che il Laser endovenoso da 808 nm. permette di trattare simultaneamente tutte le varici piccole e medie, in tempi brevi e senza lasciare cicatrici. (CORCOS L, et Al. Endovenous 808 nm diode laser occlusion of perforating veins and varicose collaterals. a prospective study of 482 limbs. Dermatol Surg. 2011; 37:10 oct.:1487-98.) La scleroterapia (iniezioni sclerosanti) rappresenta una valida alternativa se eseguita con dosaggi e concentrazioni adeguate. Una vena perforante incontinente della gamba è stata sottoposta al trattamento con Laser endovenoso. Non rimane che la puntura diretta della cute. L’eco-color-Doppler intraoperatorio dimostra sua occlusione immediata.

Nell’ultimo decennio si sono sviluppati i nuovi Laser Diodici con lunghezza d’onda di 1470 nm. Con energia trasmessa direttamente alla parete venosa da fibre ottiche radiali. Questi provocano una immediata e più pronunciata contrazione della parete vascolare, la formazione quindi di un trombo più piccolo e stabile, la comparsa di un processo di cicatrizzazione più precoce, dolore e complicanze praticamente assenti, un tempo di guarigione presumibilmente più rapido. Aggiornamenti 16Esecuzione di un trattamento con Laser endovenoso da 1470 nm. con fibra radiale introdotta da una mini-incisione all’inguine e con il controllo dell’ eco-color-Doppler intraoperatorio.  

Aggiornamenti 17Al controllo ecografico di 7 giorni Si osserva la riduzione del 50% del diametro della vena safena e la comparsa di tessuto fibroso al suo interno Se la futura ricerca porterà a realizzare l’obbiettivo di una immediata distruzione delle vene malate senza effetti collaterali, l’impiego dei laser endosafenici potrà essere riconsiderato, ma al momento…
LA RICERCA E L’ESPERIENZA INSEGNANO CHE… Al di là delle competenze e preferenze di ogni singolo Operatore, quello che più conta è l’ottimizzazione e l’integrazione (combinazione) delle singole tecniche per conseguire il MIGLIORE RISULTATO. Per approfondimenti sui “segreti e verità dei Laser” esiste una vasta letteratura e libri di tGoldman 14esto consigliabili agli Specialisti. Riteniamo utile per l’utente sapere che tali strumenti vengono sviluppati e migliorati da una seria ricerca scientifica.Marangoni 06