La procedura è strettamente ambulatoriale. Lo strumento trasmette energia termica (calore) mediante una fibra ottica introdotta attraverso una piccola puntura. Deve essere accompagnato da chirurgia minima (di sicurezza) nella maggior parte dei casi ed in alcuni può essere impiegato isolatamente.
E’ indicato in vene di diametro non superiore a 10 mm., prive di dilatazioni segmentarie e processi flebitici.
La Vena Grande Safena
viene localizzata all’inguine direttamente,
con ecografia o con la transilluminazione fornita dalla fibra ottica.
In questa sede precisa viene raggiunta attraverso una incisione minima.
La chiusura della vena con mini-chirurgia garantisce l’immediata riduzione del diametro venoso, la scomparsa del reflusso, l’interruzione di una potenziale via di diffusione di trombi o emboli (per la sicurezza del paziente) e aumenta la stabilità dei risultati nel tempo).
La foto-coagulazione con laser realizza la chiusura del vaso e la progressiva cicatrizzazione interna fino alla sua scomparsa.
Chiusura della VENA GRANDE SAFENA all’inguine in anestesia locale
L’intervento in anestesia locale (per malattia limitata) richiede solo alcune ore di ricovero.
Chiusura della VENA PICCOLA SAFENA al ginocchio in anestesia locale
La Vena Piccola Safena è molto vicina a strutture vascolari e nervose delicate. E’ malata in un limitato numero di casi ed il suo trattamento con laser endovenoso è preferibile per i minori effetti collaterali rispetto alla tecnica chirurgica.
L’alternativa terapeutica è la scleroterapia.
La successiva cicatrizzazione delle strutture interne osservata con ecografia in un tempo variabile da 6 a 14 mesi dimostra la progressiva atrofia e scomparsa delle vene safene trattate.
Da molti anni è in corso un’evoluzione tecnologica verso strumentazioni sempre più efficaci che riducono i disturbi post-operatori e migliorano i risultati, ma il rapporto costo/beneficio non è favorevole.