RIASSUNTO
Si definiscono VARICI RECIDIVE quelle che compaiono nella stessa sede del precedente trattamento; VARICI RESIDUE quelle che rimangono dopo il trattamento; le NUOVE VARICI quelle che compaiono a distanza dalla sede del precedente trattamento e rappresentano la tendenza evolutiva della malattia, che fortunatamente si manifesta nelle minoranza dei casi. Le varici recidive e residue dipendono da errori di diagnosi e cura.
VARICI RECIDIVE (di zone già trattate)
Cause vascolari
- Scarsa stabilità della scleroterapia o laser (riapertura della vena)
- Chirurgia inadeguata della Grande Safena (chiusura bassa)
- Formazione di nuovi vasi (cosiddetta neo-angiogenesi))
- Insufficienza associata delle vene profonde
- Insufficienza misconosciuta della Vena Piccola Safena
- Insufficienza misconosciuta delle vene perforanti
AGGIORNAMENTI sulle VARICI RECIDIVE
VARICI RECIDIVE La maggior parte delle varici recidive post-operatorie deriva da una scorretta esecuzione dell’intervento chirurgico :Chirurgia inadeguata
della Grande Safena (chiusura bassa) o della o Piccola Safena (varianti anatomiche). La formazione di nuovi vasi (neoangiogenesi o neovascolarizzazione). sembra avere un ruolo minimo.
(Corcos L. et Al. 13th Meeting of the EVF Book of Abstracts 2012:n°2.5,p 11.)
Essa sembra soprattutto causata dal tessuto cicatriziale delle ferite chirurgiche e di eventuali ematomi. Quanto più ampia è la cicatrice, tanto più è possibile una futura recidiva da formazione di nuovi vasi (neoangiogenesi o neovascolarizzazione). La vecchia ed ampia chirurgia demolitiva delle varici esponeva a tale rischio più di quella moderna mini-invasiva e/o conservativa. Le piccole incisioni e l’accuratezza chirurgica permettono di ridurre il rischio di recidiva.
Notare nel caso clinico la presenza di
nuove varici in prossimità della cicatrice
chirurgica inguinale per la mancata
interruzione di una vena “accessoria” della
safena, visibile nell’eco-color-Doppler.
(Visitare i capitoli sulla chirurgia delle varici e sulle varici recidive).
Un caso clinico con rare varici recidive da neovascolarizzazione inguinale causata dalla troppo ampia incisione chirurgica, dalla mancata safenectomia alla coscia e da una probabile neovascolarizzazione alla gamba causata, anche qui, da due incisioni troppo ampie.
Una corretta ed accurata revisione chirurgica associata a laser endovenoso e scleroterapia all’inguine hanno risolto il caso, tuttora stabile.
(Visitare i capitoli sulla chirurgia delle varici e sulle varici recidive).
LA RICERCA E L’ESPERIENZA INSEGNANO CHE…
Al di là delle competenze e preferenze di ogni singolo Operatore, quello che più conta è l’esecuzione di esami “ostinati”, cioè finalizzati alla ricerca della vera causa di recidiva.
Nella maggior parte dei casi (ed allo stato delle attuali evidenze scientifiche)
l’ecografia permette di individuare le vene malate rimaste in sede.
VARICI RECIDIVE da moderna tecnologia
Anche le moderne tecniche endovascolari (laser endovenoso, radiofrequenze e scleroterapia) espongono al rischio di recidive. Esse agiscono tutte (almeno fino a quanto ne sappiamo oggi) ostruendo le vene con un trombo (visitare i capitoli sulle flebiti e trombosi) che, nel tempo si trasforma in una cicatrice nella maggior parte dei casi. In alcuni di essi invece il trombo si riapre (ricanalizza) e nella vena (ancora più malata di prima) si ripresenta una circolazione invertita (reflusso) che è causa di nuove varici e nuova malattia.
Una paziente con varici recidive da ricanalizzazione del trombo dopo laser endovenoso della V. Grande Safena, ben visibile nell’ecografia.
La vena appare aperta, deformata e dilatata (varicosa) con pareti più spesse e rigide del normale. I sintomi da insufficienza venosa e le varici sono
ricomparse dopo circa 12 mesi.
Una corretta ed accurata scleroterapia ha soltanto migliorato il caso, che in realtà avrebbe richiesto una revisione chirurgica.
Una paziente in sovrappeso (che ha un ruolo chiave nella severità della malattia…) con varici recidive da ricanalizzazione del trombo dopo 6 mesi dalla scleroterapia della V. Grande Safena, ben visibile nell’ecografia, associata a chirurgia periferica delle varici collaterali.
(….la fantasia degli “operatori” non finisce mai…)
La vena appare aperta e dilatata (varicosa) con pareti più spesse e rigide del normale. L’insufficienza venosa cronica non è mai migliorata, anzi si è aggravata.
Una corretta ed accurata revisione chirurgica ha migliorato sensibilmente il caso, con scomparsa dei sintomi, riduzione delle macchie e del gonfiore.
LA RICERCA E L’ESPERIENZA INSEGNANO CHE…
Al di là delle competenze e preferenze di ogni singolo Operatore, quello che più conta è l’ottimizzazione e l’integrazione delle singole tecniche per conseguire il MIGLIORE RISULTATO
Nella maggior parte dei casi (ed allo stato delle attuali evidenze scientifiche)
è opportuno scegliere fra le varie tecniche disponibili quelle più indicate ed attuarle in varia combinazione.
Le VARICI RECIDIVE e RESIDUE possono essere curate con successo dopo una accurata procedura diagnostica che ne accerti le origini anatomiche e funzionali.
Un caso al 1° re-intervento bilaterale risolto con mini-chirurgia, laser endovenoso e scleroterapia, eseguiti ambulatoriamente in strutture protette ed attrezzate
Un caso al 2° re-intervento bilaterale risolto con mini-chirurgia, e scleroterapia, eseguiti ambulatoriamente in strutture protette ed attrezzate
NUOVE VARICI (non recidive)
Si sviluppano a distanza di tempo in zone non precedentemente trattate
Un caso al 3° re-intervento risolto con mini-chirurgia, e scleroterapia.